Ogni dieci minuti, una donna viene uccisa nel mondo. Più di 50mila in un anno. Una su tre ha subito violenza fisica o sessuale almeno una volta nella vita.
Gli stupri e gli abusi durante le guerre sono pratiche sistematiche e talvolta massive, connesse anche a discriminazioni etniche o religiose.
L’aggressione di genere non conosce confini geografici e si presenta sempre con una lingua sola: quella della violenza.
Nel 2024 sono stati registrati 135 conflitti, il numero più alto dal 1946.
Lo stupro viene utilizzato come arma di guerra, con 3.700 casi verificati dalle Nazioni Unite nel solo 2023 (+50% rispetto all'anno precedente).
Le conseguenze per donne e ragazze sono devastanti:
Con la tua donazione possiamo:
Insieme possiamo rompere il silenzio e fare in modo che la violenza contro le donne diventi una lingua che nessuno parla più. Dona ora.
Il tuo dono alimenta il Fondo fiduciario delle Nazioni Unite (UN Trust Fund to End Violenza Against Women) per porre fine alla violenza contro le donne.
Messaggi dai sostenitori
Silvia Bigi
Il mio progetto artistico La Terza Parte nasce come gesto di restituzione simbolica nei confronti delle donne condannate nei processi inquisitoriali, alle quali venivano sottratti non solo la vita, ma anche i beni e le risorse economiche. L’opera si fonda su un principio di riparazione attiva: ogni vendita delle opere e dei multipli destina una quota a un fondo separato, devoluto a UN Women. Ho scelto di sostenere la campagna “In tutte le lingue del mondo” perché rappresenta una continuità storica e morale con quel debito mai estinto — dalla violenza istituzionalizzata del passato a quella che oggi continua a colpire donne e ragazze in ogni conflitto. Con La Terza Parte, l’arte diventa un dispositivo di memoria e di giustizia materiale: un modo per restituire valore, anche minimo, a chi ne è stata privata.
Silvia Bigi
Le opere della serie "Camille" nascono come gesto di restituzione simbolica nei confronti delle donne condannate nei processi inquisitoriali, alle quali venivano sottratti non solo la vita, ma anche i beni e le risorse economiche. Ogni vendita delle opere e dei multipli del progetto destina per questo una quota a un fondo separato, La Terza Parte, devoluto poi a UN Women. Ho scelto di sostenere la campagna “In tutte le lingue del mondo” perché rappresenta una continuità storica e morale con quel debito mai estinto: dalla violenza istituzionalizzata del passato a quella che oggi continua a colpire donne e ragazze in conflitti e contesti di discriminazione. Con "Camille", tento di trasformare l'arte in un dispositivo di memoria e di giustizia materiale: un modo per restituire valore, anche minimo, a chi ne è stata privata, trasformando inoltre il collezionismo in un atto attivo di riparazione.